Rhapsody
Epifanie fotografiche
Un guardare che oppone alla desertificazione del futuro il contraddittorio del presente.
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La scintilla della serendipity, quella felice condizione esistenziale che consiste nell’«essere disposti ad accogliere gli incidenti come piccoli miracoli laici, delle vere e proprie epifanie fotografiche»
(Chéroux,2009, p. 97)2
Landscape, mindscape: by Maria Elisa Dainelli
Porre domande alla realtà, certe volte è infinitamente più importante che pretendere
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Rhapsody racconta il senso ontologico dell’abitare l’ambiguità, un percorso che si apre all’ombra del bosco, perché se è rischioso entrare nel mondo oltre il confine, lo è ancora di più lasciarlo.
Rapsodie e confini by Maria Cristina Comparato
Sono i luoghi che ti parlano, ma lo fanno quando decidono loro.
Porre domande alla realtà, certe volte è infinitamente più importante che pretendere
risposte. Al limite queste arriveranno – forse. Le immagini ci parlano del territorio interiore dell’autore e dei suoi espaces vécues le fotografie disegnano intanto una geografia speciale fatta di corpi, spazi, cose e sguardi.
Abbandonare l’idea della ricerca di un paradiso, di una terra pura e ingenua è uno dei passi necessari per ritrovare la dignità dei luoghi considerati minori; idealizzarli, raccontarli come diversi significa comunque operare una divisione netta tra noi e loro, e solo attraversandoli senza aspettative riusciremo a guardarli per quel che sono: lo sguardo astigmatico, col suo posarsi confuso e allarmato sulle cose, si rende necessario per annullare ogni separazione in un mondo che diviene così uno senza perdere di molteplicità. A-stigmatico, svuotato di pregiudizi.
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